Auto d'epoca: solo una passione?
A chi non è mai capitato di
vedere nella propria città decine di auto d’epoca sfilare per le strade in occasione di qualche concorso, raduno o fiera. Gli appassionati di auto d’epoca
(cioè di auto che hanno più di 30 anni di vita) sono numerosi. Anche le aste di questi
veicoli sono molteplici: si parte da RM Sotheby’s che è una delle più grandi
società organizzatrice di eventi di alto livello negli Stati Uniti e in Europa,
per poi passare ad Artcurial, Silverstone Auctions in Inghilterra, Bonhams e
Gooding & co. Il giro d’affari annuale supera il miliardo di euro e gli
acquirenti principali sono negli Stati Uniti dove il collezionismo di esemplari
unici è diventata una passione per molti americani.
Ma l’acquisto di un’auto
d’epoca può essere definito soltanto come una passione o come altro?
Per molte persone è la soddisfazione
di poter acquistare l’auto dei propri sogni, per altri no. Infatti l’acquisto
di auto d’epoca può essere fatto rientrare in una categoria più ampia di
investimenti che vengono definiti investments
of passion .
Per investments of passion (IoP) si
definisce una categoria di investimenti fatti da privati, banche, società
immobiliari o anche da fondi che indirizzano l’attenzione dei loro investimenti
in beni da collezione, rari e molte volte con un’ottima prospettiva di crescita
nel medio-lungo termine. Quadri, gioielli, orologi, sculture, vini e automobili
rappresentano anche un modo per diversificare gli investimenti.
Secondo il World Wealth Report
di Capgemini la composizione degli IoP a livello globale nel 2015 dei HNWI (High Net World Individual), definiti come gli individui che hanno un
patrimonio personale da investire superiore al milione di dollari esclusi
immobile di residenza, beni di consumo durevoli e non, è stata la seguente:
- 11,8% in investimenti sportivi (squadre professionistiche ma anche cavalli da corsa)
- 20,7% beni di lusso e da collezione (automobili d’epoca, barche)
- 16,9% in arte
- 29,2% in gioielli e orologi
- 21,4% in altri beni da collezione (vini, monete, vasi antichi)
Nonostante negli ultimi anni
gli investimenti in IoP abbiano fatto segnare generalmente dei trend positivi,
c’è da dire che questi possono avere alti tassi di crescita ma possono essere accompagnati anche da un elevato
rischio. Chi lo fa, è ispirato all’origine da una passione viscerale per il
bene che sta acquistando.
E tra gli IoP più
remunerativi, l’auto d’epoca è quella che ha presentato i più alti tassi di
crescita negli ultimi 10 anni. Infatti la Knight Frank società immobiliare inglese ha sviluppato un indice chiamato Knight Frank Luxury Investment
Index in cui mostra l’andamento dei loro investimenti in IoP. Nel loro ultimo
Wealth Report possiamo notare che le automobili d’epoca sono quelle che hanno
segnato il più alto tasso di crescita negli ultimi 10 anni e soltanto nell’ultimo
anno hanno mostrato dei segni di cedimento rispetto ad altre forme di investimento.
Nonostante le performance mostrate precedentemente che invoglierebbero chiunque ad investire, c’è da dire che esse variano da marchio a marchio, anzi da modello a modello ma generalmente hanno avuto
un andamento positivo. Considerando che il mercato asiatico e, soprattutto la Cina, sta iniziando ad affacciarsi sul mondo del collezionismo di automobili, e
contando sul fatto che la popolazione mondiale mostra una percentuale di over
60 (principali acquirenti di auto classiche) sempre più alta, c’è da
aspettarsi un mercato in crescita anche nei prossimi anni.
Inoltre questo trend ha suscitato la curiosità di molti fondi tra cui la The Count of
Custoza Family Office di Zurigo che ha lanciato un fondo chiamato Classic Car
Fund dove l’importo minimo da investire è 10 mila dollari.
In conclusione, possiamo affermare che di auto d’epoca se ne possono trovare a migliaia ma sta proprio
nelle caratteristiche e nella qualità del veicolo il possibile incremento del prezzo nel tempo: stato del veicolo, restauri fatti, componenti originali, concorsi fatti,
valorizzazione del marchio nel tempo, edizione limitata del mezzo... Se quindi la valorizzazione nel tempo risulta superiore a costi di
manutenzione, assicurazione e tasse, l’unione tra passione e investimento può
diventare, come ha già mostrato in passato, un binomio da tenere in
considerazione.
a cura di Lorenzo Luccioli


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